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DISATTESA UNA SENTENZA DEL TAR

Dal PIP al PUG

In compenso si elargiscono con magnanimità diecimila metri quadri di zona industriale

 di Concettina Bongiorno

 

La variante al Piano per gli insediamenti produttivi, approvata sotto il nome di Ristrutturazione, era stata annullata dalla sentenza del TAR del 19 aprile 2007, riportando il tutto al Piano Regolatore Generale. A fine Settembre, l’Amministrazione ripropone la variante per le aree PIP (Piano Insediamenti Produttivi) ed interpretando a proprio modo e comodo quanto i giudici stabiliscono, interviene solo sulla procedura art. 21, togliendo quelle aree che erano state impropriamente trasformate da zone a servizi a zone artigianali (e viceversa) e lasciando pari pari quanto aveva proposto, tranne il cambio di destinazione dell’ex scuola Alessandrì (che si vorrebbe vendere), il cui immobile è totalmente pericolante ed inagibile.
E mentre tutte le disposizioni largamente descritte nella sentenza vengono accantonate e disattese, non trovando accoglimento nelle intenzioni della maggioranza, nella variante si fa spazio ad una nuova proposta che include non soltanto la superficie delle particelle per le quali sono state rilasciate e perfezionate due concessioni in sanatoria di terreni agricoli per attività produttive, ma (come per grazia ricevuta), si includono anche i terreni di pertinenza per una superficie (modestissima, si dice) di circa 10.000 mq, che passano a zone D (produttive), senza che se ne conosca una motivazione plausibile. Poiché nessun vincolo è posto sulle aree di pertinenza classificate “E2 agricole”, che passerebbero a zone produttive, se ne deduce che in quest’area, che va ad aumentare la superficie complessiva omogenea D (zone produttive) del Comune di Seclì di 9.695 mq, vi possano nascere nuovi insediamenti. Ma questo aumento della zona D, non andrebbe a variare gli indici ed i parametri d’intervento? E vista tanta magnanimità e tanta manna caduta dal cielo, essendo dotati di libero arbitrio, possiamo ritenerci perplessi e domandarci quanto sia tenuta in conto la liceità e quale fiducia può riporre il cittadino nell’amministrazione pubblica che da una parte disattende le disposizioni di una sentenza e dall’altra dispensa premi?


 

Ma non è finita qui. I dubbi infatti aumentano, quando in alcuni punti della relazione tecnica si legge: “Fermo restando la soggezione del presente piano, al nuovo modo di concezione dei piani urbanistici”, precisando poi che devono considerarsi strutturali la zonizzazione complessiva, gli indici e i parametri di intervento, mentre devono considerarsi meramente programmatiche, la ripartizione dei lotti, la viabilità ed il posizionamento dei servizi.
Ciò significa che una volta approvata la variante alle aree PIP e la relativa relazione tecnica dagli uffici preposti della Regione Puglia, l’Amministrazione locale, potrebbe stravolgere tutta la variante (al suo interno) approvata da Bari, rideterminando la ripartizione dei lotti, il posizionamento dei servizi e della viabilità a proprio piacere. E questo sarebbe il nuovo modo di concepire i piani urbanistici? Quello forse di determinare, stravolgendo la variante, una sorta di “clientelismo” privo di ogni sorta di regola e correttezza nei confronti dei cittadini che diverrebbero succubi delle decisioni dell’Amministrazione locale? Oppure in questa nuova concezione di Piani, potrebbe accadere che il cittadino si veda trasformata la propria zona da insediamenti produttivi (per cui fino oggi ha pagato l’ICI) a zona a servizi, o di vedersi divisa o completamente sottratta la sua zona da un’ipotetica futura strada o rondò, senza poter batter ciglio? E mentre si propongono Ristrutturazioni e varianti del piano PIP, impegnando il denaro pubblico, i cittadini si domandano quando l’Amministrazione si adopererà per rendere usufruibili aree industriali ed artigianali per le quali da decenni incassa l’ICI corrispondente, ma che in realtà sono e rimangono estensioni di terreni agricoli, privi di ogni servizio (acqua, luce, gas, fognature e viabilità) dove pertanto non può nascere nessuna industria o attività artigianale che possa dare lavoro. Quanto durerà questo stato di cose non si sa, ciò che è certo è che in ogni caso, è sempre il cittadino a pagarne le conseguenze. E dal PIP passiamo al PUG. Anche qui, si è voluta avviare una procedura seguendone una molto strana. Qual è la stranezza? Quella di impegnare 60.000.00 €, contratti con un mutuo, e 19.000,00 €, avuti invece dalla Regione Puglia, per la redazione del PUG, dando tale incarico senza indire una gara o perlomeno fare un’indagine documentata per dedurne un’offerta più vantaggiosa per le casse del nostro Comune. Ognuno di noi è certamente libero di seguire i propri criteri di trasparenza e pur non avendo nulla da eccepire sulla serietà personale e professionale del tecnico incaricato, avremmo gradito che l’Amministrazione, almeno nella redazione del PUG, avesse avuto la volontà di impegnare le tante e capaci professionalità tecniche presenti nel nostro Paese. Con l’augurio che lo spirito natalizio si riappropri dei nostri cuori e che la nascita del Figlio di Dio porti gioia e amore a tutti, auguro un Sereno e Santo Natale ed un Felice 2008.