FINCHE’ NON CI SARA’ LA CERTEZZA DELLA
PENA...
Calcio, e continuarono a prenderlo a calci
di Fabio Perrone
Quanto
si è parlato a sproposito? Quanto non si è detto? Ancora
una volta, la morte di un giovane, Gabriele Sandri, è
stata strumentalizzata. La colpa è di tutti. Della
stampa, la cui affannosa e spasmodica ricerca dello
scoop, della notizia ad effetto, degenera spesso in un
rischioso precariato informativo e la precarietà
d’informazione, come si è visto, genera guai. La colpa è
anche del Ministero degli Interni che ha assunto,
insieme alla questura di Arezzo, un atteggiamento a dir
poco vergognoso. Un patetico corporativismo teso a
scagionare, ad offuscare, a non far comprendere.
Chiarezza, questa era la prima cosa da fare. Una morte
così assurda meritava giustizia sin dall’inizio, e la
mancata assunzione di responsabilità, già nelle prime
ore dall’accaduto, è stata lesiva dell’immagine di chi
ci governa e di chi ci dovrebbe proteggere. Quella
maledetta domenica l’incompetenza l’ha fatta da padrona.
Per come si erano messe le cose, per come gli ultrà
avevano cominciato a muoversi, bisognava agire con
fermezza. Le partite andavano fermate. O tutte o
nessuna, evitando singhiozzi di sorta e se si decideva
di giocare, come poi è stato, non bisognava cedere a
nessun ricatto. A Bergamo un gruppo di imbecilli
sfondava le vetrate e minacciava di fare un macello.
Nessuno è intervenuto, a Bergamo come a Roma, ed orde di
teppisti hanno così preso d’assalto caserme e la sede
del Coni, nell’intento ipocrita di “vendicare Gabriele”,
“uno di loro”. Abbiamo a che fare con delinquenti che
ancora una volta hanno colto la palla al balzo per
dotarsi di un pretesto e compiere reati di vario tipo.
Il tutto in un clima folle, surreale, in cui i
provvedimenti governativi faticano ad imporsi.
Qualcosina, come sempre a posteriori, è stata fatta.
Trasferte vietate ai facinorosi e roba simile. Ma finché
non ci sarà certezza della pena, finché il Governo
continuerà ad essere accomodante con gli
ultras-criminali, ci sarà ben poco da sperare ed il
calcio, amara conseguenza, continuerà ad essere
infangato. Ben vengano allora le reazioni di presidenti
e calciatori (vedi Atalanta) che a questa gente si
ribellano, concretamente. Ben venga l’esempio (vedi
Fiorentina) di stringersi la mano a fine gara. Ben
vengano i tentativi di radicare tra i ragazzi una sana
cultura sportiva. Ben vengano i tifosi veri, gli stadi
pieni ed i bambini sugli spalti. Lo sport ha bisogno di
segnali del genere e la stragrande maggioranza degli
italiani lo sa. Diamoci da fare. |