Il 2008 a Di Nella, nel segno
dell'ambiente
Per non ritrovarci con i rifiuti che gli
altri ci lasceranno
di Agostino Indennitate
Il 9 febbraio 2008 la morte di Paolo di Nella segnerà un
quarto di secolo. Paolo era un ragazzo di Destra. Uno
dei tanti che la furia cieca degli anni di piombo
sacrificò nella radicalizzazione dello scontro. Ragazzi
“scannati” da altri ragazzi nell'assurda e spregevole
speranza di un predominio del sangue sull'idea. Erano
gli anni in cui la sinistra, avallata dal regime
democristiano, diffondeva idee malsane, mentre sui muri
si scriveva: “Ammazzare un fascista non è reato!”. E
fascista era chiunque fosse di destra e non fosse
conforme al regime. Paolo Di Nella fu ammazzato mentre
affiggeva dei manifesti. E' stato ucciso mentre cercava
di affermare il proprio pensiero.
Aveva vent'anni quando preso alle spalle ricevette una
sprangata che gli lesionò gravemente il cranio; un atto
rituale, teso a distruggere il contenitore delle idee e
disperderle.
Spesso mi sono chiesto se l'attacco a Paolo fosse stato
casuale, premeditato oppure strategicamente studiato: un
assalto a quella Destra attenta ai valori dell'ambiente,
poi in gran parte trafugati dalle sinistre e
derubricati, proprio in relazione alla Destra, dalla
percezione di massa. Venticinque anni sono tanti. Da
allora sono cambiate molte cose, ma è rimasto il
pregiudizio, esaltato dai nostri nemici e alimentato da
quanti, tra noi, non hanno rispetto per l'Italia e non
prestano attenzione a quanto il nostro popolo ci ha
consegnato; da quanti non rispettano l'impronta impressa
da Dio sul nostro territorio; da quanti, per scendere al
nostro Salento, non si rendono conto della ricchezza che
la natura ci ha offerto, su un piatto di mare blu
cobalto.
Gli ultimi anni sono stati caratterizzati dall'assalto
reiterato al Salento, riproposto dopo il martirio
inflitto con i poli metallurgici e petrolchimici di
Brindisi e Taranto: la campagna colonizzatrice delle
multinazionali dell'eolico e “la politica delle
discariche” di ampia parte della classe politica, sono
la punta dell'iceberg di questo assalto all'identità
territoriale. E’ in corso un tentativo di piegare la
comunità, alle esigenze di lobby politico-finanziare.
Di fronte a questi attacchi bisogna reagire con le armi
dell'intelletto! Bisogna affermare il bisogno di un
rapporto intenso e di rispetto con la natura e con noi
stessi. Se “il futuro appartiene a Noi”, facciamo in
modo che sia un buon futuro, per non ritrovarci con i
rifiuti che gli altri ci lasceranno, dopo aver divorato
e digerito il nostro mondo. Dedichiamo il 2008 a Paolo
Di Nella e ai valori dell'ambiente. Dedichiamolo a noi e
al nostro futuro. |